Se pensavate che la Formula Uno si svolgesse solo a Monte Carlo o Monza, è perché non avete mai percorso la strada che collega Campobello di Mazara a Tre Fontane e Torretta Granitola. Un nastro d’asfalto così stretto e tortuoso da far sembrare una mulattiera un’autostrada svizzera. Eppure, è proprio lì che si compiono autentici miracoli della fisica (e dell’incoscienza).
Scena tipica: due auto in direzione opposta decidono, per motivi ignoti alla scienza e al codice della strada, di effettuare un sorpasso contemporaneamente. Risultato? Tre/Quattro veicoli affiancati in un tratto in cui già due fanno fatica a passare. L’asfalto, poverino, si sente preso in giro. Gli specchietti retrovisori diventano appendici decorative sacrificabili, e le strisce (quelle che non ci sono più dal 1997) restano solo nella memoria di chi ha fatto la patente con i quiz cartacei.
Non mancano gli slalom tra buche, ciclisti eroici e trattori, mentre il mare sullo sfondo osserva tutto con aria rassegnata. E l’unico cartello leggibile è quello che invita a moderare la velocità, il che è comico quanto chiedere a un turista in ciabatte di schivare una Panda lanciata a 90 km/h su una curva cieca.
Insomma, più che una strada, è un’esperienza di vita. Chi riesce ad arrivare sano e salvo a Torretta Granitola si merita un gelato, un applauso e, possibilmente, un corso accelerato di guida difensiva. Perché qui non si guida: si sopravvive. Con stile. E col clacson sempre pronto.
L’articolo e l’immagine che avete appena letto e visto sono pura satira. Non c’è intento diffamatorio né polemica sterile, ma solo il desiderio di sorridere — e far sorridere — su una realtà che, se presa troppo sul serio, rischia di farci perdere il buonumore… e qualche sospensione dell’auto.
La satira ha da sempre una funzione importantissima: esagera, distorce, fa ridere — ma nel farlo mette in luce problemi reali. Non pretende di offrire soluzioni, ma ci invita a riflettere. Con leggerezza, ma non con superficialità.
In un’epoca in cui tutto è polarizzato e ogni critica rischia di diventare uno scontro, la satira resta uno degli ultimi spazi liberi dove è possibile ridere dei paradossi quotidiani senza prendersi troppo sul serio. Anche — o soprattutto — quando si parla di una strada stretta, di un cartello sbiadito e di un sorpasso che sembra uscito da un videogioco.
Se almeno uno di voi ha sorriso leggendo, la missione è compiuta.
E adesso… occhi sulla strada. Ma con ironia nel bagagliaio.