Nel 2026 Campobello di Mazara sarà chiamata a scegliere una nuova amministrazione comunale. Ne abbiamo parlato con Andrea Moceri, volto noto dello sport locale e oggi segretario comunale di Forza Italia.

Andrea Moceri, molti la conoscono come “il mister”, apprezzato per il suo impegno nel calcio dilettantistico. Oggi è il segretario comunale di Forza Italia a Campobello di Mazara. Ci racconta il suo percorso umano e professionale e cosa l’ha spinta a scendere in campo anche in politica?
”Vengo dal mondo del calcio dilettantistico, che mi ha insegnato valori fondamentali: spirito di squadra, disciplina, rispetto dei ruoli, capacità di motivare e resistere nei momenti difficili. Da mister ho avuto il privilegio di crescere con tanti ragazzi, e oggi sento la stessa responsabilità verso la mia comunità. La politica, per me, è semplicemente un’altra forma di servizio. Non mi interessa apparire, ma contribuire. Campobello ha bisogno di concretezza, visione e coraggio: qualità che ho sempre cercato di mettere in campo”
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Campobello esce da una lunga stagione amministrativa, cosa pensi della dichiarazione di dissesto. Qual è la posizione di Forza Italia rispetto a questo passaggio così delicato?
”Il dissesto non è solo una crisi economica, è una crisi di fiducia. Significa anni di gestione disattenta, di mancanza di programmazione. Ma per noi è anche un punto di partenza: Forza Italia intende ricostruire partendo da trasparenza e rigore nei conti, sì, ma anche da una visione che rimetta in moto l’economia locale. Serve una macchina amministrativa moderna, efficiente, in grado di attrarre fondi e realizzare progetti. E serve una politica capace di ascoltare e rispondere, non di chiudersi in se stessa.”
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L’agricoltura è l’anima economica del nostro territorio, con la Nocellara del Belice come punta di diamante. Cosa propone concretamente il vostro progetto?
”Il nostro olio e le nostre olive sono tra i migliori d’Italia, ma restiamo prigionieri di un modello che non premia la qualità. Forza Italia vuole costruire un sistema integrato di valorizzazione: formazione tecnica e commerciale per i produttori, un polo agricolo comunale che funga da centro servizi e punto di raccordo con enti di ricerca, mercati esteri e canali digitali. Inoltre, vogliamo sostenere l’aggregazione tra produttori e favorire certificazioni di qualità e tracciabilità. Non dobbiamo solo produrre bene, dobbiamo saperlo vendere”.
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I beni confiscati alla mafia rappresentano una risorsa ancora poco valorizzata. Qual è la vostra visione al riguardo?
Quei beni devono tornare a vivere, ma soprattutto a generare valore per la collettività. La nostra proposta è un piano comunale di riuso e rilancio, con bandi chiari e trasparenti destinati a cooperative sociali, start-up giovanili, associazioni e imprese agricole innovative. Non solo a Campobello, ma anche a Tre Fontane e Torretta Granitola. Pensiamo a spazi per la formazione, laboratori per il lavoro giovanile, agricoltura sociale e turismo responsabile. Quello che era simbolo di illegalità deve diventare esempio di rinascita.
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Molti giovani lasciano Campobello per cercare altrove opportunità che qui non trovano. Come si può invertire questa tendenza?
La vera scommessa è offrire ai giovani motivi per restare. E questo si fa con politiche che parlano il loro linguaggio: lavoro, cultura, sport, spazi di libertà e creatività. Proponiamo la creazione di incubatori di impresa giovanile, corsi di formazione in settori innovativi, incentivi per il rientro dei cervelli e per chi apre attività qui. E poi c’è il tempo libero: servono spazi sportivi, centri aggregativi, eventi culturali, che tolgano i ragazzi dalla strada e li mettano al centro di una comunità viva e partecipe.
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Parliamo ora di sviluppo urbanistico. Cosa dovrebbe cambiare nella pianificazione del nostro territorio?
”Il vero problema oggi è che ci troviamo di fronte a un Piano Regolatore Generale già adottato, che rischia – se approvato in via definitiva – di irrigidire pesantemente la crescita del nostro territorio. È uno strumento pensato senza una visione strategica di sviluppo turistico, che invece dovrebbe essere centrale per Campobello, Tre Fontane e Torretta Granitola. Serve un approccio più dinamico e flessibile: occorre intervenire subito per rivedere, correggere o integrare quel piano, portando allo sviluppo reale e concreto del territorio, in armonia con le sue potenzialità naturali e culturali.”
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Infine, lei viene dal mondo dello sport. Quanto ha inciso questa esperienza nella sua visione politica?
” Lo sport mi ha insegnato che non si vince mai da soli. Che ogni risultato è il frutto di una strategia, ma anche di ascolto, sacrificio e motivazione. In politica è la stessa cosa: si governa con una squadra e per una comunità. È proprio come con i miei ragazzi in campo, credo che un buon amministratore debba saper tirare fuori il meglio da ciascuno. Per me la politica non è un mestiere, ma una responsabilità: e intendo portarla avanti con la stessa serietà con cui ho sempre affrontato ogni partita.”
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Dimmi il tuo pensiero conclusivo di Andrea Moceri
Ho passato anni in panchina, a guardare negli occhi ragazzi che cercavano in me una guida, una motivazione, una speranza. Oggi guardo negli occhi la mia comunità con lo stesso spirito: voglio mettermi al servizio di Campobello, con umiltà, passione e senso del dovere. Credo in una politica che ascolta, che costruisce e che non si arrende davanti alle difficoltà. Perché, come nello sport, anche nella vita di un paese si vince solo se si gioca di squadra. E io, insieme a Forza Italia e a tutti i cittadini, sono pronto a questa sfida.