L’isola registra una produzione di olio a macchia di leopardo da provincia a provincia. Aumenti del 38 per cento in quasi tutta l’isola, quasi dimezzata la produzione in alcune campagne del Belice
Qual è il rischio per la produzione italiana? Semplice, che come è successo nel 2018, siano triplicati (+199%) quelli di olio tunisino. Un rischio che si cerca di evitare anche per non danneggiare oltremodo una delle eccellenze italiane. “Dopo un 2018 catastrofico per il settore, finalmente un’inversione di tendenza – ha detto il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino -. Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi”. “Gli olivicoltori, dopo le sofferenze dello scorso anno, meritavano un’annata come quella che sta per iniziare che sarà caratterizzata, dalla qualità ma anche dalla quantità”, ha detto il presidente di Italia Olivicola Gennaro Sicolo, “La qualità del nostro olio sarà eccellente – ha sottolineato il presidente di Aifo, Piero Gonnelli -. Per la quantità invece registriamo una decisa ripresa rispetto al disastro dello scorso anno, ma siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani.