Sicilia, elezioni amministrative il 28 aprile, ex Province al voto a giugno
Mentre per restituire un vertice democratico alle ex Province, sei Liberi consorzi (Siracusa, Ragusa, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Trapani) e tre Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina), commissariate da un lustro e alcune delle quali in grave crisi finanziaria, bisognerà attendere giugno, entro il cui termine si dovranno celebrare le elezioni di secondo grado, probabilmente il 30 giugno.
Nei sei Liberi consorzi, sindaci e consiglieri comunali saranno chiamati ad eleggere presidente e consiglio, invece nelle tre Città metropolitane eleggeranno solo il consiglio perché il presidente coincide con il sindaco del comune capoluogo.
Rispetto alla decisione assunta dal Governo regionale, che ha scartato l’ipotesi di election day per amministrative ed europee, il gruppo del M5s all’Ars contesta in un comunicato che “fissare ad aprile le elezioni amministrative in Sicilia, evitando il possibile election day con le elezioni europee, è una follia che costerà ai siciliani un milione di euro”, con il capogruppo pentastellato Francesco Cappello ad aggiungere che “in un momento in cui ci apprestiamo a varare una manovra lacrime e sangue, con tagli pressoché generalizzati in tutti i settori e con i servizi essenziali appesi ad un filo, certe scelte appaiono del tutto folli”. Al riguardo, i deputati 5 Stelle fanno sapere di aver chiesto la convocazione in commissione Affari istituzionali dell’assessore regionale Grasso.